Gli Etruschi

La guerra sul mare

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Guerra sul mare


Cratere con scena di battaglia navale VII secolo a.C. – Roma Musei Capitolini

Le navi da guerra, lunghe e affusolate, erano spinte dallo sforzo di rematori posti su una o due file, e usavano il vento come forza motrice ausiliaria. Lunghe fino ad una trentina di metri, nei tempi più antichi erano prive di ponte; in seguito furono dotate di un ponte superiore dove prendevano posto i marinai e i soldati.

Sulla prua andava ad inserirsi un rostro che affiorava a pelo d’acqua, usato in combattimento per speronare le navi nemiche. Sul mare la tecnica del combattimento era quella della manovra e dello speronamento. Il successo dipendeva perciò dall’abilità degli equipaggi e dalla vigoria dei rematori. Nell’avvicinamento veniva effettuato un fitto lancio di proiettili, anche infuocati; quando le navi erano accostate gli equipaggi cercavano di colpirsi utilizzando lunghe lance.

Si ricorreva all’abbordaggio ed al combattimento corpo a corpo quando erano imbarcati contingenti di fanteria, e nel caso in cui si mirasse alla cattura della nave nemica e del suo carico. Per la pericolosità della navigazione durante la stagione invernale le operazioni navali venivano interrotte, ma il disastro di intere flotte distrutte da una tempesta non era infrequente anche durante la stagione estiva.

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