La società
Tipico dell'ordinamento sociale etrusco era il grande livello di importanza attribuito ai capi, che si manifestava nella solennità del cerimoniale che sottolineava le loro azioni pubbliche.
La forma dello stato era oligarchico, con organi collegiali di governo, di cui il più alto magistrato, il lucumone, veniva eletto per un periodo prefissato tra le famiglie più nobili. In alcune città perdurava invece il sistema monarchico, che era il più diffuso in età arcaica. Il lucumone riassumeva in sé il ruolo di capo civile, militare e religioso. Simbolo della sua autorità era un fascio di verghe in cui era inserita una scure. Altri simboli del potere erano la corona d'oro, lo scettro, il mantello di porpora, il trono d'avorio.

Poco sappiamo sulle suddivisioni sociali del mondo etrusco: possiamo distinguere tra una classe di proprietari, divisa tra aristocrazia e ceto mercantile, ed una di servi, divisa tra uomini liberi e schiavi. La classe servile non ebbe mai la possibilità di intervenire direttamente nella guida dello stato e beneficiò in modo marginale della ricchezza dei ceti abbienti. Questa netta separazione costituì nei momenti di crisi un fattore di debolezza, minando le basi di quella coesione sociale necessaria per resistere ai pericoli esterni.

Il commercio
Situati in una regione cardine per i traffici commerciali tra oriente ed occidente, gli Etruschi seppero sfruttare al meglio questa posizione di favore. Con il controllo del Mar Tirreno garantito dalle loro flotte, i mercanti etruschi erano altrettanto noti di quelli greci o fenici ai popoli che abitavano le coste del Mediterraneo. Anche le vie commerciali di terra che portavano verso il nord Europa erano percorse dai mercanti etruschi, che in tal modo fungevano da tramite tra le civiltà progredite del bacino orientale del Mediterraneo, e quelle meno sviluppate dell'Occidente e del lontano settentrione. I prodotti per cui gli etruschi erano più conosciuti erano il vino, i vasi, tra cui i buccheri, le suppellettili e le armi in bronzo. Per facilitare il commercio e gli spostamenti di truppe i territori etruschi erano percorsi da una fitta rete di strade, anche realizzate con complesse opere di ingegneria. Queste strade verso nord permettevano di varcare gli Appennini per giungere nella Pianura padana; verso sud, collegavano l'Etruria con la Campania Etrusca e le floride città dell'Italia meridionale.

La moneta
Nei tempi più remoti, in cui già i commerci erano floridi, la maggior parte degli scambi avveniva per baratto. I primi mezzi di scambio furono pezzi di rame o di argento grezzo. Nell'età arcaica le poche monete che circolavano, in un'economia essenzialmente basata sul baratto, erano monete greche.
La coniazione delle monete in modo sistematico incominciò nella metà del V secolo a.C., e si concentrò a Populonia in corrispondenza della zona mineraria più ricca di tutta l'Etruria. Solo alla fine del IV secolo a.C., sull'esempio romano, apparvero monete di bronzo fuse e coniate.

Il linguaggio
L'indecifrabilità della lingua ha contribuito a creare un alone di fascino e mistero intorno alla civiltà etrusca. Infatti, nonostante l'alfabeto sia chiaramente derivato da quello greco la lingua etrusca appare allo studioso isolata nel contesto storico. L'insoddisfacente livello di conoscenza, che non ci consente di inserirla in un preciso ceppo linguistico, contribuisce a creare incertezza per quanto riguarda l'origine del popolo etrusco. Per più di quattro secoli, dal XV secolo ad oggi, esperti di glottologia e semplici appassionati si sono cimentati con i frammentari testi etruschi che sono giunti fino a noi. Oggi possiamo dire che l'enigma della lingua etrusca è stato almeno parzialmente svelato, in quanto ne conosciamo la fonetica, il significato di molte parole, e possiamo ricostruire parte delle regole grammaticali. Se il livello delle nostre conoscenze ci permette di capire il senso dei testi di cui siamo in possesso, è anche vero che non siamo in grado di ricostruirne l'esatto significato letterale. Non si tratta quindi di trovare una chiave di interpretazione che ci permetta improvvisamente di giungere alla completa comprensione della lingua etrusca, ma di approfondire il livello di analisi del materiale che abbiamo a disposizione.

 

 
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