Gli Etruschi

Populonia

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L’eredità
Oggi frazione del comune di Piombino, Populonia fu l’unica città etrusca a sorgere lungo la costa. Pupluna, Pufluna o Fufluna, secondo le varianti del nome etrusco riportate sulle monete, era una delle città che facevano parte della Dodecapoli etrusca. L’antico borgo sorgeva sulle colline che formano il golfo di Baratti. Oggi della città etrusca sono visibili i pochi resti del centro urbano, alcuni tratti delle mura, mentre le necropoli cittadine sono visibili nel parco archeologico di Baratti e Populonia insieme ai resti del quartiere industriale presso il porto.

La storia
Centro industriale e commerciale di primo piano, Populonia basava la sua economia sullo sfruttamento delle risorse minerarie, ferro in primis, provenienti far gli altri dai giacimenti dell’isola d’Elba e del Campigliese. Secondo gli storici Varrone, Servio e Strabone il metallo era trattato a Populonia in quanto nell’isola d’Eba non c’erano forni adatti. Otre che lavorare i metalli, Populonia li commerciava sfruttando la sua felice posizione geografica. Mentre per quanto concerne la ceramica, stando ai reperti, la produzione locale era piuttosto limitata tanto che i Populionesi preferivano importarla dai Fenici o dai Greci. A partire dalla fine del VI secolo a.C. si coniavano monete d’oro, d’argento e di bronzo in modo via via sempre più regolare, di esse ne sono stati ritrovati numerosi esemplari. Proiettata sul mare, cosa insolita per una città etrusca, Populonia proseguì i suoi traffici anche dopo la battaglia di Cuma (474 a.C.), che segnò tuttavia l’inizio del suo rapido declino. Lo storico di età imperiale Strabone ne parlava ai suoi tempi come di un villaggio deserto, con una popolazione di operai siderurgici, molti dei quali schiavi.

Le aree archeologiche

Parco archeologico di Baratti e Populonia
Il Parco comprende una parte significativa dell’antico borgo etrusco e poi romano di Populonia, noto centro fin dall’antichità per la sua attività metallurgica. L’area si estende per circa 80 ettari fra le pendici del promontorio di Piombino e il Golfo di Baratti e comprende vaste necropoli, le cave di calcarenite e i quartieri industriali nei quali si lavorava l’ematite, minerale molto ricco di ferro proveniente dai giacimenti dell’isola d’Elba. Le aree di visita del parco sono diverse e permettono diversi itinerari. Fra questi quello alle necropoli di San Cerbone, con la tomba dei Carri chiamata così perché vi furono rinvenuti i resti di due carri di ferro. Nella necropoli della Porcareccia vi sono la Tomba dei Flabelli e quella delle Oreficerie: nella prima è stato trovato un corredo con quattro flabelli in bronzo, nel corredo della seconda vi erano molti manufatti d’oro.

Documenti e risorse

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